I BENEFICI PER L’AMBIENTE

 

L’IMPATTO AMBIENTALE DEL NUCLEARE

L’energia nucleare e le energie rinnovabili sono le uniche fonti energetiche che non rilasciano nell’ambiente gas nocivi, quali gli ossidi di zolfo (SO2) e di azoto (NOx), responsabili delle piogge acide, e l’anidride carbonica (CO2), causa principale dell’effetto serra, la cui emissione è inevitabile per tutti i combustibili fossili.

1.000 MW nucleari installati in sostituzione di una centrale a gas corrispondono, in termini di minor rilascio di CO2 e di minor consumo di ossigeno, al rimboschimento di circa 10 mila kmq di terreno.

Le fonti rinnovabili, peraltro - fatta eccezione per quella idroelettrica, le cui potenzialità sono in Italia già sfruttate al massimo - al momento non sono in grado di coprire che una minima frazione del fabbisogno energetico dei paesi industrializzati.

 

IL NUCLEARE COMBATTE L’EFFETTO SERRA

Per combattere l’effetto serra ed il conseguente cambiamento del clima della Terra, in occasione delle conferenze ONU di Rio de Janeiro (1992) e di Berlino (1995) sono stati concordati, a livello internazionale, interventi volti a limitare i rilasci di CO2.

Se tutte le centrali nucleari europee oggi in esercizio fossero chiuse da qui al 2020, le emissioni di CO2 del settore elettrico raddoppierebbero rispetto al valore attuale, passando da 2,1 a 4,2 miliardi di tonnellate/anno.

Attualmente l’Italia rilascia in atmosfera 450 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Senza interventi correttivi, ben difficilmente saremo in grado di rispettare gli impegni assunti per stabilizzare le emissioni al valore del 1990 (420 milioni di tonnellate/anno), ed arriveremo anzi a produrre nel 2000 circa 490 milioni di tonnellate/anno.

 

IL TRASPORTO DEL COMBUSTIBILE

Una centrale nucleare da 1.000 MW richiede 30 tonnellate di uranio all’anno, equivalenti alla capacità di un solo carro ferroviario. L’alimentazione di una centrale termoelettrica di pari potenza richiederebbe invece 15 petroliere da 100 mila tonnellate oppure 40 mila carri ferroviari per il trasporto di 2,5 milioni di tonnellate di carbone.

 

I RIFIUTI RADIOATTIVI

Una centrale nucleare da 1.000 MW produce 100 metri cubi di rifiuti solidi all’anno, contro i 10 mila metri cubi di una centrale ad olio combustibile ed i 250 mila metri cubi di una centrale a carbone.

I rifiuti solidi a bassa e media radioattività (97% del totale), che decadono in poche decine di anni, vengono conservati - compattati e inseriti in idonei contenitori - presso la stessa centrale entro depositi di capienza sufficiente per l’intera vita dell’impianto, in vista del successivo trasferimento in appositi centri di raccolta nazionali.

Il combustibile esaurito - dal quale, in caso di riprocessamento, derivano i rifiuti ad alta radioattività - può essere conservato tal quale per decine di anni in un deposito nazionale, in attesa di uno smaltimento geologico definitivo, di un eventuale riprocessamento od, ancora, di una trasmutazione in prodotti radioattivi a vita medio-breve.

 

IL RICORSO ALL'ENERGIA NUCLEARE, ANCHE SE DA SOLO NON E' SUFFICIENTE, E' UNA MISURA INDISPENSABILE PER RISPETTARE GLI IMPEGNI INTERNAZIONALI ASSUNTI PER LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE

 

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